Nightly Tears

Gobbledygook

L’orecchino di Brunetta novembre 30, 2008

Filed under: Governo,Società — Bill Poster @ 9:59 PM
Tags: , , , ,

C’è una fallacia argomentativa che corrisponde all’attaccare l’idea di un altro in base a fatti rilevanti la sua persona e non la sua ideaa. Tale cosa è però una fallacia solo dal punto di vista dell’onestà intelluttale, non da quello della funzionalità ai propri scopi, e usare questa tattica di solito porta dei buoni risultati.

Qualche giorno fa mi hanno fatto vedere questo filmato sul ministro Brunetta: 

A me brunetta quando si limita a fare il mistro non dispiace (la cosa è diventata falsa poco dopo aver pubblicato questo post, ora la rinnego proprio. nda 12/01/2010). Non mi sembra abbia prodotto emendamenti criticabili, forse nei dettagli, non so, ma non nelle idee di base.

Eppure quando parla pubblicamente una volta al mese deve, categoricamente, fare delle figure da idiota. Sembra essere più forte di lui, quasi a dover compensare il suo lavoro di ministro.

Prima ci fu la sparata, insostenibile da un ministro e indimostrabile con tutta la buona volontà, che i fannulloni sono di sinistra.

Ora il video che vi ho postato. Era una cavolata, una minchiatina detta da due tizi con ben poca credibilità che passavano lì per caso. E invece no, super-Brunetta ha dovuto rincorerli e mettersi a discutere con loro. Già di per se una cosa inutile, le argomentazioni dei due erano ridicole e inesistenti, nessuno gli avrebbe concesso un minuto del proprio tempo.

Eppure super-brunetta si è sentito in dovere, era parecchio che non si rendeva ridicolo d’altronde, di mettersi come prima cosa a discuttere sull’orecchino di uno dei due giovani.

Ma per la miseria Brunetta, quanti decenni sono che l’orecchino è stato sdoganato? Quanto tempo è che l’orecchino è socialmente accettato da tutti? Cosa diavolo centrava cosa indossavano i due ragazzi e che cosa studiavano? Notiamo poi come era pronto a tacciarli di essere fannulloni facendogli la domanda se erano nei tempi con il loro corso di laurea.

E sopratutto: come è possibile che per Brunetta l’orecchino sia ancora qualcosa di deplorevole?

Non che la cosa mi sorprenda visto di chi è ministro, ma super-Brunetta mi ha deluso una volta di più.

p.s.

Crozza ha ragione, Brunetta parla veramente come la sua imitazione, guardate alla fine del filmato! XD

 

Sarkozy: presidente o starlette? gennaio 20, 2008

Filed under: Giornalismo,Giornalisti,Società — Bill Poster @ 9:01 PM

Mal comune, mezzo gaudio;

Sarà vero, ma quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è qualcosa che avrei preferito non vedere. Sarkozy si vuole sposare Carla Bruni: Buon per lui, cosa volete che vi dica?

Eppure no, i giornali francesi, italiani e di chi sa quanti altri paesi non la pensano così, loro devono farci sapere cosa stanno facendo il presidente della Francia con la sua compagna (moglie?), andassero anche solo al cinema, noi lo sapremmo nell’arco di 24 ore.

Ma chi se ne frega?

 

Watson, il razzista preso sul serio ottobre 20, 2007

Filed under: Razzismo,Scienza,Società — Bill Poster @ 6:48 PM

In merito al caso watson, io non dirò nulla.

Ma proprio nulla.

Mi basta riportare queste sue affermazioni per far capire che tipo è:

Watson

“Chiunque abbia avuto a che fare con un impiegato di colore sa che non è vero che tutti gli uomini sono uguali”

 

Watson

“Se fosse possibile avere un test genetico in grado di determinare l’orientamento sessuale del feto, l’aborto sarebbe giustificabile qualora la futura mamma dovesse scoprire che il bambino sarebbe omosessuale“.

 

Poli ottobre 19, 2007

Filed under: Articoli,Giornalismo,Giornalisti,Scrittura,Società — Bill Poster @ 3:55 PM

I tormentoni (estivi, invernali, stagionali che siano) sono una brutta piaga si sa, ma la maggior parte delle volte sono riconosciuti per quello che sono, nulla di serio, salvo rare a apprezzate eccezioni.

La cosa peggiore però sono i tormentoni che ci vengono passati come “colti”, quei pseudo-paroloni che imperversano sui giornali e non solo, bellissime pezze di cultura.

Tra queste c’è ne è una che negli ultimi anni si è fatta parecchia strada, conquistando le penne (pardon, le tastiere) di molti giornalisti, e venendo quindi abusata da tutte le parti.

Sto parlando del suffisso “poli”.

Ora, “poli” viene dal greco “polìs” e significa “città”: quindi se ne potrebbe dedurre che venga usato per indicare qualcosa che abbia almeno una vaga affinità con il concetto di città.

Invece ci ritroviamo con vallettopoli, calciopoli, esamopoli e chi più ne ha più ne metta, una bella sfilza di obrobri etimologici che indicano fantomatiche città di vallette, calciatori ed esami.

Cosa ci sia di male in tali città, non è dato saperlo.

Eh già, perchè “poli” è diventato sinonimo di scandalo, è il “gate” italiano, come gli americani dopo il watergate (loro sono ancora più ridicoli una volta tanto, il watergate era il nome di un albergo…) infilano “gate” ovunque, noi infiliamo “poli” in ogni dove. Tangentopoli, il primo a mia memoria, era corretto come neologismo, la città delle tangenti, era il “tangento” a fare lo scandalo, non il “poli”.

Con buona pace dei greci antichi che tanto si batterono (chi più, chi meno) per quelle polìs.

Io dal canto mio altro non posso fare se non scrivere questo piccolo articolo e dichiarare questo blog “etimologia’s friend”.

Chi si volesse aggiungere al gruppo, sarà il benvenuto.

 

Grillo, rimani al tuo posto ottobre 16, 2007

Filed under: Articoli,Donne,Internet,Società — Bill Poster @ 2:00 PM

Caro Beppe,

Io non mi posso certo definire un tuo fan o “grillino”, ti apprezzavo all’inizio della tua rinascita, quando ti dedicavi a cause ben precise e funzionavi solo da denuncia di qualcosa sotto gli occhi di tutti che aveva bisogno solo di qualcuno che puntasse il dito.

Poi hai voluto “espanderti”, e le mie idee e le tue hanno cominciato a divergere, per poi raggiungere un punto di rottura con il tuo V-day e l’antipolitica, l’attacco alla casta.

Visto quanto ci hanno messo ad abusare di quella parola? Anzi quanto ci hanno messo a stuprarla… e non potrei usare parola più adatta, il tuo post del 14 ottobre mi ha lasciato veramente di stucco.

Stupro Libero

Ora caro Beppe, ti rendi conto di quello che hai scritto? Proviamo ad analizzare il tuo articolo.

Inizi scrivendo che “I luoghi dello stupro non sono più i vicoli bui, i parchi a notte fonda o i luoghi malfamati”, peccato che quei luoghi, almeno in Italia, non hanno mai avuto l’esclusiva sullo stupro, è infatti cosa assodata da tempo che gli stupri avvengano in grandissima parte in ambito familiare o comunque in luoghi “sicuri”, una ricerca ISTAT pubblicata a fine 2004 indicava che solo l’ 8,6% degli stupri avviene in luoghi pubblici, mentre nel 31,2% dei casi avviene in casa della vittima, nel 25,4% in automobile e nel 10% in casa dell’aggressore.

In poco più di 2 anni questi dati si sarebbero ribaltati, secondo te, Beppe?

Poi prosegui chiedendoti se “E’ forse un segno dei tempi? Un altro tabù infranto? Una nuova fase della liberazione sessuale?”; Questa frase ce la dovresti gentilmente spiegare, quale tempo e quale tabù verrebbe infranto nella secolare (millenaria) tradizione di violenze sulle donne? e cosa centra la liberazione sessuale? Beppe, il tuo blog è seguitissimo, io avrei bisogno di usare l’arte retorica, tu puoi farne a meno ed evitare di scrivere frasi che nulla centrano con il contesto ma che fanno tanto sessantottino disilluso.

“Dove sono le donne? Le femministe superstiti? Le associazioni? Perchè non intervengono? Perchè non bloccano con i cortei le città come una volta?”

Probabilmente hanno qualcosa di meglio da fare (sebbene io non mi senta di dare questa fiducia a tutte. Tornerò sull’argomento con un articolo futuro) che compiere azioni che lasciano il tempo che trovano. Ce lo vedo io lo stupratore che cambia vita per una manifestazione.

Dopo di questo, Beppe, passi al repertorio storico e ben rodato della retorica (quella negativa, non l’arte) dei “tempi che furono” dicendo che “Un tale disprezzo verso il corpo femminile non si era ancora visto in questo Paese”. Affermazione che richiede un certo coraggio, coraggio nel negare la figura della donna schiava presente in Italia fino a una 30ina di anni fà in pratica. Per quanto le cose possano andare male, provare a metterle a paragone con la situazione anche solo del dopoguerra è ridicolo.

Poi non poteva mancare il grido di allarme, tanto per dire che a noi si che ce ne importa delle donne! non siamo mica buzzuri noi, eh! “per proteggersi bisognerà introdurre la cintura di castità da passeggio? Imbruttirsi con una maschera alla barbabietola? Simulare gravi difetti fisici?
Lo stupro sta diventando epidemico. L’analisi dello sperma dello stupratore in ospedale una routine.”

Vorrei “rassicurare” le gentil pulzelle, lo stupro non sta diventando epidemico: lo è. Da sempre.

Almeno se si considera il termine epidemico come “diffuso in ogni ambiente sociale”, se invece lo si prende con il significato letterale, rieccoci al solito grido di allarme che non serve a nulla se non a far innalzare le vendite degli spray urticanti.

Verso la fine Beppe, scopri l’acqua calda: “Tette, vagine e sederi sono presenti in tutti i programmi e in tutte le pubblicità.” Tuttavia mi si permettta di azzardare una piccola anlisi: credeta davevro che basti solo quello a fare di qualcuno uno stupratore o a far avere un immagine distorta della femminilità? Intendiamoci, sto parlando della semplice presenza di “Tette, vagine (vagine? ma che programmi e pubbilcità guardi, Beppe? nda) e sederi”, non del loro utilizo o “oggetificazione”. Quello che voglio dire è che guardare un paio di tette non fa male a nessuno. Guardare un paio di tette “oggetificate” è un pessimo esempio. Non ricevere una buona educazione dalla famiglia e guardare un paio di tette “oggettificate”, è quello che fa danni. In alcune popolazioni non occidentali in cui donne e uomini girano seminudi i casi di stupro sono sempre stati limitati in rapporto alla popolazione. Tutti dei santi o forse bisogna interrogarsi sull’educazione impartita?

Infine Beppe, ecco quello che mi ha fatto gelare il sangue “Se questa è la parità sessuale, se questo è il rispetto verso la donna, allora preferisco il burka“.

Beh, sai una cosa? un certo Benjamin Franklin un paio di secoli fa diceva “Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”.

Spero che l’ultima frase sia stata frutta di una sbronza, erba, qullo che vuoi, io farei finta di assumere cocaina pur di non ammettere di aver scritto una cosa del genere. Vedi Beppe, lasciando perdere la facile risposta che il burqa non servirebbe comunque a nulla, non essendo fissato a terra stile tendone da circo, perchè credi che una donna dovrebbe privarsi della propria libertà per qualcosa che fa un altro, perchè dovrebbe essere lei, già vittima, a subire di nuovo? Assurdità per assurdità, sarebbe più coerente una cintura di castità maschile.

Quello che mi preoccupa, davvero, Beppe è che questo è la stessa identica cosa che ti risponde un fautore del burqa, o che in passato rispondevano gli uomini occidentali, le donne vanno coperte per essere protette! La sicurezza loro la guardo io!

Possibile che mentre scrivevi quel post non ti è venuto in mente tutto ciò? che anche tu la pensi in tale, aberrante, maniera?

Questo specifico articolo è rilasciato sotto questa licenza:
Creative Commons License